In una lettera a La Stampa, Silvio Berlusconi commenta l’ipotesi di una proroga dello Stato di emergenza e avverte il governo: “Rispetti le garanzie costituzionali”.
Con una lettera inviata a la Stampa, Silvio Berlusconi si è rivolto a Giuseppe Conte commentando l’ipotesi della proroga dello stato di emergenza. Ipotesi paventata proprio dal Presidente del Consiglio in occasione del test di sollevamento del Mose.
Proroga dello stato di emergenza, la lettera di Silvio Berlusconi a la Stampa
Ammettendo ed evidenziando i rischi legati al coronavirus, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si è schierato contro la proroga dello stato di emergenza per il coronavirus. Secondo il Cavaliere non ci sarebbero i presupposti necessari per concedere al Presidente del Consiglio poteri straordinari. Il Parlamento deve tornare a occupare un ruolo centrale per l’Italia.
Berlusconi, “Giudicheremo inaccettabile sul piano della procedura la decisione di forzare ancora la Costituzione”
Berlusconi ha evidenziato come a suo avviso la strategia dei Dpcm non abbia in alcun modo migliorato la capacità di reazione della politica italiana.
“Il governo Conte ha fin qui scelto di evitare passaggi parlamentari, con un ricorso allo strumento del DPCM, ma non per questo ha guadagnato in velocità né in efficienza delle decisioni. Un voto alle Camere – con la dichiarata disponibilità dell’opposizione ad evitare, come ovvio, ogni atteggiamento ostruzionistico – non avrebbe allungato in alcun modo i tempi di decisioni che in alcuni casi erano necessarie, ma che spesso si sono rivelate contraddittorie e inefficaci e che proprio con il dibattito in Parlamento avrebbero potuto essere migliorate perfezionate”.
Il leader di FI ha confermato la disponibilità del suo partito al dialogo, ma chiede che non ci siano forzature nell’azione di governo.
“Noi abbiamo sempre ribadito la nostra disponibilità a collaborare, che naturalmente non viene meno. Ma proprio per questo giudicheremo incomprensibile nel merito e inaccettabile sul piano della procedura la decisione di forzare ancora la Costituzione e la trasparenza del processo democratico”.